‘Te la do io la fioritura’ da SpoletoOnLine
Senza assistenza né alloggi, costretti a otto ore di strada tutti i giorni. Agricoltori castellucciani sul piede di guerra: domenica corteo di trattori a Norcia“Altro che fioritura: sono giorni che leggiamo e ascoltiamo sui media locali e nazionali informazioni inesatte e imprecise sulla semina della famosa lenticchia. Domenica spiegheremo a tutti, in concreto, in cosa consiste realmente la ‘soluzione’ individuata dalle istituzioni e sventolata con orgoglio sulla stampa”.
A parlare sono i coltivatori di Castelluccio di Norcia, che si trovano impossibilitati a lavorare in condizioni minime di civiltà sui terreni di proprietà o conduzione. Per il 19 marzo hanno indetto un corteo-manifestazione lungo le mura di Norcia fino al cimitero, in segno di protesta nei confronti della “soluzione” individuata dalle istituzioni per consentire loro di svolgere la semina: andare e tornare ogni giorno da Norcia a Castelluccio, percorrendo quasi 180 chilometri con il trattore. Un tragitto individuato dalle istituzioni ma che, di fatto, è impraticabile per chi si muove su lenti e pesanti mezzi agricoli; lungo, dispendioso, attraversa tre diverse regioni italiane prima di scendere, da Forca di Presta, fino ai Piani Grande e Piccolo e ai terreni da coltivare.
Proprio per evitare le proteste di domenica prossima, l’amministrazione ha emesso un’ordinanza per accompagnare i mezzi agricoli a Castelluccio il giorno precedente, sabato 18. La Protezione Civile dovrebbe scortare la carovana degli agricoltori. Tuttavia sono veramente in pochi quelli che ascenderanno sino al Pian Grande.
“Conoscendo la strada – dichiara uno degli agricoltori – ho percorso autonomamente l’intero ‘tragitto consigliato’, qualche giorno fa, a bordo di un trattore. In realtà il percorso non è consigliato, ma semplicemente l’unico realmente percorribile in automobile. Da Norcia si passa per Civita di Cascia e Cittareale, si giunge alla Salaria in pieno Lazio, si procede verso Arquata tra i paesini devastati dal sisma, si sale passando per le Marche, si supera Piedilama e si arriva fino a Forca di Presta. 87 chilometri, tre presidi dell’esercito italiano, strade cosparse di cantieri, case in demolizione, di tutto… Impossibile pensare di far percorrere ai mezzi agricoli, per di più di grandi dimensioni e di scarsa velocità, una strada simile tutti i giorni. Il percorso è costoso, lungo e lento: occorrono circa quattro ore per ciascun agricoltore che decida di salire alla piana”.
Il conto è fin troppo semplice: quattro ore per salire e altrettante per scendere, più un’ora circa di pausa pranzo: ed ecco che alle 8-10 ore di lavoro nei campi se ne aggiungono come minimo altrettante. Semplicemente disumano, oltre che dispendioso dal punto di vista economico. Ma soprattutto: per cominciare a lavorare ad un orario decente, a che ora bisognerebbe partire da Norcia? Alle due del mattino? E a che ora si dovrebbe fare ritorno a casa? Come si può pensare che la semina, operazione che solitamente richiede circa un mese di lavoro nei campi, possa svolgersi a questi ritmi?
“Ci tengo a ricordare – specifica un altro agricoltore sul piede di guerra – che il nostro paese è sigillato dal 30 ottobre scorso. Nulla è stato spostato, sistemato né tantomeno previsto. Mi chiedo come si possa pensare di inviare circa cento lavoratori, peraltro a compiere uno dei lavori più faticosi sotto vari aspetti, senza un minimo di assistenza, senza dimore, alloggi, magazzini, punto di appoggio per il pranzo o per altre necessità. Pura follia. Eppure ogni giorno leggiamo notizie che sono fuori dalla realtà, accompagnate da commenti di gente che, a questo punto, riteniamo non abbia idea di come si vive realmente la montagna. Ma una cosa è certa: non intendiamo essere una cartolina o uno spot elettorale per qualcuno”.
I castellucciani, democraticamente, hanno eletto un consiglio di portavoce composto da alcuni paesani. In questo modo hanno trovato compattezza di linea per far fronte all’emergenza, dando al contempo piena disponibilità all’amministrazione comunale di Norcia per quel dialogo indispensabile per addivenire ad una soluzione dei problemi condivisa, che poi in casi simili è l’unica via possibile.
<em>”Eppure – chiosa uno dei membri del consiglio del paese – siamo sistematicamente respinti o ignorati. L’altra sera, però, ci siamo ritrovati tutti insieme, e abbiamo stabilito una linea dura e decisa. Purtroppo, per far fronte alle mancanze delle istituzioni, non abbiamo altra scelta che organizzare il corteo, ovviamente pacifico, che si svolgerà domenica 19″.</em>
Daniele Ubaldi da Spoleto Online vai all’articolo
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